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Design, do and lean it | La Semente presenta il progetto in un libro

L’esperienza del progetto Erasmus+ “Design, do and lean it”, dopo mesi di incontro e di lavoro del team internazionale in più parti d’Europa, tra cui La Semente a Limiti di Spello (Umbria), dà uno dei suoi risultati più importanti: la stesura di un libro che raccoglie le esperienze, le expertise dei partner coinvolti, lo sviluppo e l’innovazione apportata dal progetto stesso. A La Semente il compito di tracciare, all’interno del manuale output della ricerca, le linee teoriche e pratiche di introduzione del nuovo tool “Experiment Canvas“, nato all’interno della macroarea tematica del service design. Una parte fondamentale del lavoro nella sua interezza, che inquadra la genesi e la metodologia del percorso tracciato per l’ideazione di nuovi strumenti di prototipazione.

Il service design è l’attività di pianificazione e organizzazione di personale, infrastrutture, artefatti comunicativi e materiali di un servizio, con lo scopo di migliorarne l’esperienza in termini di qualità ed interazione tra il fornitore del servizio stesso e il consumatore finale”, si legge nell’introduzione di Andrea Tittarelli, direttore del centro diurno La Semente, gestito da ANGSA Umbria, membro del team. Si tratta, dunque, di una nuova prospettiva orientata verso il cliente, che indirizza così le funzionalità e la forma dei servizi.

Nella programmazione, vengono utilizzati due aspetti procedurali: il visual thinking, una tecnica che ci permette di organizzare pensieri, idee e concetti, così come di apprendere meglio, attraverso le immagini; e il co-design, un approccio che coinvolge un gruppo di stakeholder nella fase di progettazione del concept.

Tra gli elementi innovativi utilizzati, compare la Customer (o user) Journey map, un ‘interpretazione grafica costruita grazie alla condivisione con il team e con i committenti del progetto in un percorso a step; e la Mappa dell’Empatia, che agevola la comprensione profonda dei bisogni e delle necessità del cliente. Perché come direbbe Einstein, il mondo avrebbe passato “55 minuti a definire il problema e soltanto cinque minuti a trovare la soluzione”. Ed è proprio su questo spirito che tutto il progetto del “Design, do and lean it” si è basato.

Attraverso il nuovo modello si parte dunque dalla definizione del problema, analizzato questa volta da prospettive diverse. Il problema stesso si generalizza, si divide, si mettono in discussione le ipotesi, si usano in modo efficace i costrutti linguistici. A seguire, si trova la cosiddetta “generazione delle idee”, ossia una serie di strumenti per le fasi di ideazione delle possibili strade risolutive. Infine si passa alla prototipazione, un insieme di espedienti finalizzati alla consegna e all’implementazione delle risoluzioni ideate.

Vi forniremo presto le indicazioni sulla pubblicazione del testo, sulla sua possibile fruizione e sui futuri step di utilizzo.

Ricordiamo inoltre che tra i partner del progetto “Design, Do and Lean it” compaiono, insieme a La Semente di Limiti di Spello, anche: AIAB Umbria con MicroCosmo di Valle Lupina; dalla Spagna lo Ies Felipe de Borbon e l’Universidad de AlmeríaPohjois-Karjalan koulutuskuntayhtymä PKKY e Aspa Palvelut Oy dalla FinlandiaVrij katholiek onderwijs opwijk dal Belgio, il Coleg Gwent dal Galles. Una cabina di regia importante, all’interno della quale i vari partner entrano di diritto grazie alle lore esperienze e best practices.

Articolo correlato: “Design, Do and Lean It”. Nuovi modelli di business di impresa pensando all’Europa

“Design, Do and Lean It” | Erasmus+ in Italia con La Semente e AIAB Umbria

Continua il progetto Erasmus+ “Design, Do and Lean It“: dopo le tappe in Finlandia e in Belgio, dal 23 al 27 aprile scorsi, i partner italiani e internazionali membri della cordata progettuale europea, si sono incontrati in Umbria per discutere dell’avanzamento del progetto e lavorare al nuovo metodo di impresa.

Ricordiamo che scopo principale del progetto è quello di progettare nuovi modelli di business grazie al Design Thinking, passando dal Business Model Canvas al LEAN Canvas. La domanda principale a cui si prova a rispondere, grazie all’utilizzo di tecniche innovative, è: “qual è il futuro per la progettazione di servizi, in particolare in ambito socio-sanitario?”. La risposta? Basare i prodotti su bisogni e desideri reali, espressi da persone in carne ed ossa.

 Sede di lavoro, è stata in particolare l’agriturismo La Semente, dove i partner hanno avuto modo anche di soggiornare, mangiare e di godere di intense sessioni di lavoro all’aria aperta, complice il bel tempo e la temperatura dell’ormai mite primavera umbra. La tappa in Italia, tra le altre cose, è stata utile anche a provvedere ad un’adeguata strutturazione dell’experience canvas e della sua futura disseminazione. In programma anche alcune visite a realtà locali, come quella a MicroCosmo, dove è stato possibile vedere gli avanzamenti del progetto con l’experience canvas applicato al mondo dell’agricoltura biologica; a La Semente stessa, dove è stata sottolineata l’importanza del ruolo combinato tra la cooperativa agricola sociale e il vicino centro diurno per ragazzi autistici, gestito da ANGSA Umbria Onlus. Tappa anche al mercato equo e solidale di AIAB Umbria a Ferro di Cavallo; presso le città di Assisi e Spello e presso l’azienda agricola biologica Torre Colombaia.

Ricordiamo inoltre che tra i partner compaiono, insieme alla cooperativa agricola sociale La Semente di Limiti di Spello, anche: AIAB Umbria con anche MicroCosmo di Valle Lupina; dalla Spagna lo Ies Felipe de Borbon e l’Universidad de AlmeríaPohjois-Karjalan koulutuskuntayhtymä PKKY e Aspa Palvelut Oy dalla FinlandiaVrij katholiek onderwijs opwijk dal Belgio, il Coleg Gwent dal Galles. Una cabina di regia importante, all’interno della quale i vari partner entrano di diritto grazie alle lore esperienze e best practices.

Tra gli obiettivi di “Design, do and lean it” c’è dunque la disseminazione del progetto nei vari paesi partner, i cui team portano a casa con loro un bagaglio ricco di esperienza e di più arricchito know-how. Sul tavolo, l’elaborazione di un nuovo processo di sviluppo di prodotti e servizi che mira a non imporre, ma a raggiungere clienti ed utenti partendo proprio dalle loro istanze e necessità.

“Design, Do and Lean It”. Nuovi modelli di business di impresa pensando all’Europa

Un solo hashtag: #ILoveErasmusPlus. Perché amare un progetto di così ampia portata vuol dire anche comprenderne appieno il significato. Proprio questo hashtag è stato scelto come ‘mantra’ per la prima tappa in Finlandia, dal 22 al 28 ottobre 2017, a cui anche La Semente ha partecipato, ospitata, insieme ad altri partner internazionali e nazionali, dalla capofila del progetto la PKKY – North Karelia Municipal Education and Training Consortium.

Il progetto si intitola “Design, Do and LEAN it – Experimental development as a tool of strenghten the collaboration with work life and educational organization” e ha come obiettivo quello di riunire per la prima volta i vari rami del Service Design, una giovane e variegata disciplina, per ottimizzarla e diffonderla.

Tra i partner del progetto, insieme a La Semente, lo Ies Felipe de Borbon dalla Spagna, Pohjois-Karjalan koulutuskuntayhtymä PKKY e Aspa Palvelut Oy dalla Finlandia, Vrij katholiek onderwijs opwijk dal Belgio, l’Universidad de Almería dalla Spagna, l’italiana AIAB Umbria, Coleg Gwent dal Galles. Una cabina di regia importante, all’interno della quale la Semente entra di diritto, grazie alla sua esperienza come best practice e spin off di successo.

Uno degli scopi dei vari workshop svoltisi a Joensuu è stato quello di progettare nuovi modelli di business grazie al Design Thinking, passando dal Business Model Canvas al LEAN Canvas. La domanda principale a cui si è provato a rispondere è: “qual è il futuro per la progettazione di servizi, in particolare in ambito socio-sanitario?”. La risposta? Basare i prodotti su bisogni e desideri reali, espressi da persone in carne ed ossa.

Lo staff de La Semente in missione ha riportato a casa con sé un bagaglio ricco di esperienza e di più arricchito know-how, grazie al lavoro svolto assieme a partner di caratura nazionale e internazionale. Sul tavolo, l’elaborazione di un nuovo processo di sviluppo di prodotti e servizi che mira a non imporre, ma a raggiungere clienti ed utenti partendo proprio dalle loro istanze e necessità.